Melodia

Ognuno di noi ha a che fare con la melodia. Ovvero con un canto musicale, con ciò che per primo «salta all’orecchio» durante l’ascolto. La melodia è un canto, è la voce superiore, la più «visibile», di un brano musicale. Quando canto un motivetto riproduco una melodia. Quando nella mia mente prende forma una sequenza di note, ordinate da un ritmo, prende forma una melodia. È una frase musicale, che ha il suo senso, la sua punteggiatura, le sue pause. La capacità di scrivere melodie è un dono. Come scrive giustamente Igor Stravinskij «non ci è dato di svilupparla con lo studio: tutt’al più possiamo regolarne l’evoluzione con una critica perspicace». È proprio così. Se, da un lato, la composizione non è quasi mai pura ispirazione, ovvero la musica non nasce bell’e pronta nella testa del compositore, dall’altro è vero che la capacità di scrivere melodie è un dono innato. Un talento. Con lo studio si può apprendere la tecnica per renderle migliori, più raffinate, maggiormente levigate; ma il cuore dell’idea melodica, di quel canto capace di bucare la corteccia dei cuori più duri, è qualcosa che spesso ci si trova tra le mani come un regalo inaspettato. Nonostante ciò, il nostro tempo ha segnato, da parte dei compositori contemporanei, la rinuncia a comunicare con la bellezza della melodia, lasciando questo prezioso elemento nelle mani di coloro che, attraverso la loro capacità seduttiva, ne fanno un’occasione per produrre musica destinata esclusivamente al commercio. La bellezza della melodia non sta nella sua facile riproducibilità. I vari motivi musicali con cui ci bombardano quotidianamente per pubblicizzare ogni genere di prodotto hanno questa caratteristica, quella cioè di essere posseduti facilmente dall’ascoltatore. Posseduti con tale facilità da diventare quasi un sortilegio difficilissimo da estirpare. La bellezza di una melodia risiede in qualcosa di diverso. Ha in sé la magia dell’imprevedibile, che non riusciamo mai ad afferrare totalmente, che a ogni passaggio, a ogni modulazione, ci sorprende senza però farci perdere, ci abbaglia perché inattesa, eppure ci accompagna non lasciandoci mai la mano. La melodia è uno squarcio di luce, non è la capacità di costruire architetture magnificenti, ma di rischiarare in un attimo improvviso la notte.

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