Dell’opera lirica il regista Marco Martinelli conserva la bellissima musica di Cristian Carrara, che l’avvolge e trasforma quella fossa quasi in un caldo giaciglio, e introduce con breve e intenso tratto di scrittura la terra, quella terra nera e feconda della Romagna, trasformata in denaro dalle convenzioni borghesi, ma conservata come ultimo tesoro nelle tasche del giocatore sconfitto.

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