Con l’anniversario della città di San Paolo , il 25 gennaio ha avuto luogo il primo concerto dell’anno. […]
La prima composizione [eseguita] era di Cristian Carrara, italiano, oggi trentanovenne, del quale John Neschling aveva già diretto un anno fa Tales from the Underground. Per me è stata una scoperta, mi aveva sorpreso la liricità, l’incanto delicato e la forza poetica. L’opera eseguita ora in concerto si intitola Mater e mostra nuovamente quelle stesse caratteristiche fondamentali. Un meditativo tessuto accordale, meravigliosamente sottile, permeato di melanconia, sul quale la sinfonia ha dispiegato le sue grandi qualità. Carrara è insistentemente paragonato ad Arvo Part, parallelo che non mi convince. Le radici di Carrara mi sembrano affondare nella bella e piena tradizione italiana. In Mater affiora la stessa sensibilità di Crisantemi di Puccini. Non si tratta di riferimenti intenzionali o diretti, ma di una stessa sensibilità, posata su un sottosuolo comune sul quale si afferma il marchio personale di Carrara.
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