Sabato e Domenica, il Teatro Granada di Santa Barbara diventerà, almeno per un fine settimana, il centro del mondo per la musica classica italiana contemporanea, così come il principale tra i giovani compositori del Paese, sarà qui ad assistere alla prima mondilae della sua più recente composizione, Machpela: Dialogo per Violino, Violoncello, e orchestra. Il doppio concerto di Carrara prende il nome delle Cave dei Patriarchi, luogo sito nella antica città israeliana di Hebron in Cisgiordania, dove sono poste le tombe di tre coppie dei primi capitoli della Genesi: Abramo e Sara, Isacco e Rebecca, e Giacobbe e Lea. In questo dialogo musicale sull’amore, i solisti eseguono le parti dell’uomo e della donna – la star emergente, la violinista italiana Francesca Dego, e il primo violoncellista della Los Angeles Philharmonic, Robert deMaine.

Nessuna composizione moderna il cui titolo richiami un luogo della Cisgiordania sarebbe completa se si professasse aliena dalla politica. Quella di Carrara non lo è in maniera esplicita. Egli intende questa conversazione musicale come una analogia e forse anche come un esempio di ciò che la discussione reale può raggiungere oppure, nelle sue parole, che “l’amore può sconfiggere la paura”. E’ un messaggio che non capita di ascoltare spesso quando si parla Israele e dell’attuale situazione in Cisgiordania.

Il programma del concerto, che include anche una fanfara per ottoni del compositore italiano d’età barocca Giovanni Gabrieli, Water music di Handel, e lo scintillante Concerto per orchestra di Béla Bartók, è basato su questo tema del dialogo, il che pone la nuova opera di Carrara nella prospettiva creativa della grande musica finalizzata a promuovere la comunicazione e alla comprensione.

Read more: Indipendent

Share